Protagonismo giovanile
Oggi pur nelle mutate condizioni di contesto, le sfide per cui la GiOC è nata sono ancora valide: i giovani del mondo del lavoro e di ambiente popolare sono i soggetti a cui noi ci rivolgiamo; con la loro esperienza di concretezza, fatica e ricchezza di vita sono una grande risorsa per la società e la Chiesa, spesso risultano “invisibili” perché difficilmente coinvolti e presi in considerazione dalla società e dalla chiesa.
Possiamo e dobbiamo aiutare i giovani a riannodare i fili della loro identità, per sperimentare la partecipazione alla vita sociale, per dare un significato alla propria vita. In questo senso la scelta educativa, attraverso la proposta della GiOC, diventa un modo di concretizzare il proprio impegno, nell'ambiente, nel territorio, nel rapporto con i giovani.
Scegliere di stare dalla parte di questi giovani vuol dire aiutarli a scoprire se stessi e il significato del lavoro nella vita personale e nella società, rimettere al centro la dignità della persona, liberare da tutti quei condizionamenti che ne impediscono l’espressione e il protagonismo. Iniziare un cammino con i giovani però richiede una conoscenza di quello che vivono, le loro esigenze, le loro speranze.
L'intuizione originaria di Cardijn, di individuare nella vita di ogni giorno, nelle realizzazioni e negli insuccessi, nei momenti di gioia e di dolore, ii luogo privilegiato della nostra formazione e della scoperta di Gesù vivo e presente tra gli uomini, è tutt'ora alla base della proposta educativa del movimento.
Questo è il ruolo che vogliamo avere: non ci interessa insegnare o proporre un modello irraggiungibile ma piuttosto camminare a fianco dei giovani dei nostri territori, stimolando e rilanciando occasioni di confronto e di impegno, che possano dare significato alla loro vita.