La GiOC in Italia
La nascita della GiOC
La Jeunesse Ouvrière Chretienne (JOC) è nata in Belgio poco dopo la prima guerra mondiale dalla dolorosa constatazione che il lavoro e l'ambiente di lavoro non solo allontanavano migliaia di giovani lavoratori dalla Chiesa, ma ancor più li disumanizzavano, degradando la loro vita spirituale. Suo fondatore fu un prete, Joseph Cardijn (1882 - 1967).
Prima di lui molti avevano fatto la medesima constatazione e cercato rimedi. Le soluzioni però rimanevano nella linea della pastorale tradizionale del tempo centrata sulle opere per la gioventù come i patronati, le associazioni sportive, gli oratori. L'obiettivo principale di queste iniziative consisteva nel sottrarre i giovani per qualche ora la settimana al loro ambiente, per introdurli in un "bagno spirituale".
Il grande merito di Cardijn consiste nell'aver compreso che queste soluzioni erano inadeguate: invece di ritirare i giovani lavoratori dal loro ambiente, Cardijn li invierà in esso come apostoli incaricati di una missione umana e divina.
Le origini in Italia
Sulla spinta dei successi internazionali, dal 1943 anche in Italia si formarono i primi gruppi della GiOC con esperienze locali particolarmente vive a Torino e a Roma. A Torino alcuni giovani di AC insieme a don Esterino Bosco, cappellano del lavoro dell'Onarmo, avviarono l'esperienza in contatto con la JOC francese e belga. A Roma altrettanto fecero in alcune parrocchie della città alcuni allievi ed insegnanti delle Università Pontificie.
L'esperienza così impostata, tra il 1948 ed il 1952, affrontò varie problematiche quali l'apprendistato, l'orientamento professionale, la disoccupazione giovanile, le condizioni di lavoro dei giovani.
Nel 1954 a seguito di difficoltà organizzative questo progetto venne in parte abbandonato.
Lo sviluppo
All'inizio degli anni '70 l'esplosione della questione operaia e la ripresa delle lotte dei lavoratori facevano emergere però la gravità dei problemi del mondo del lavoro ed anche la difficoltà della Chiesa a rapportarsi con la realtà operaia. Il tentativo di affrontare la questione giovani lavoratori portò così a realizzare l'esperienza della GiOC in numerose realtà e da allora, seppur con molti alti e bassi e periodi di estrema confusione, il filo della GiOC italiana non si è più interrotto.
A Monteporzio (Roma) dall'1 al 3 maggio 1970 ci fu un incontro nazionale con presenti le zone del Veneto (Vittorio Veneto, Padova), Friuli (Pordenone), Emilia Romagna (Rimini), Puglia (Altamura), Toscana (Colle Val d'Elsa), che può essere considerato il primo congresso della GiOC italiana.
Nel 1978 si avvia l'esperienza della Campagna d'azione, che segnerà positivamente la storia della GiOC degli anni a venire, permettendole di incontrare migliaia di giovani del mondo operaio e popolare. Inoltre, nel campo-scuola di Dronero (CN) gli ottanta militanti presenti decidono con forza di non rimanere gruppi sparsi ma di organizzarsi per dare vita ad un movimento nazionale.
La GiOC nel III millenio
A Rimini, l'11 ottobre del 1997, si è celebrata la prima festa nazionale dei giovani lavoratori... o quasi intitolata "Io rischio positivo", una delle iniziative che hanno avuto più rilievo nella storia della GiOC italiana.
Il 9-10 giugno del 2001 si è tenuta a Bari la "II Festa nazionale dei giovani lavoratori …o quasi" dal titolo "Ci sto dentro". Il titolo si riferiva alla Campagna d'azione sulla partecipazione dei giovani nella società e nel lavoro.
Il 2003 vede l’associazione impegnata nel campo nazionale sull’educazione, concretizzatosi in una rilettura del compito educativo della GiOC a fronte delle sfide che provengono dalle trasformazioni del mondo del lavoro, della società e della condizione giovanile.
Nell’estate del 2004, la GiOC italiana ospita il 6° Consiglio internazionale del CIGiOC, a cui partecipano oltre cento delegati in rappresentanza dei 60 paesi aderenti al Coordinamento Internazionale.