
DISCORSO SUI NEET - 1° MAGGIO 2015 -
- Scritto da Maurizio Bussi
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Ciao a tutti!
Mi chiamo Boris e sono un militante della GiOC. Anche quest'anno siamo qui, su questo palco, per portare la voce di tutti quei giovani senza opportunità, senza certezze sul loro futuro e considerati “gli ultimi” dalla società di oggi; giovani che, anche se non ce ne rendiamo conto, incontriamo tutti i giorni e che hanno il bisogno primario di essere ascoltati, per poter iniziare a pensare ad un futuro migliore.
Quest'anno la GiOC si è interrogata e si sta interrogando sui NEET, ovvero tutti quei giovani che non lavorano, non studiano, fanno difficoltà ad inserirsi in questi percorsi e quindi si sentono demotivati, sfiduciati e senza nessun tipo di stimolo. E questo è dovuto a diverse cause, sia sociali (una scuola che non forma e non orienta verso il mondo del lavoro, una società che non fornisce strumenti necessari ed efficaci) sia personali (sentirsi inferiore, senza speranze, senza una famiglia alle spalle che sia di aiuto e di sostegno).
Senza lavoro non c'è dignità. Sono proprio queste le 2 cose importanti che mancano a questi giovani.
Ad oggi, i dati sui NEET italiani sono abbastanza preoccupanti: stiamo parlando di 2.155.000 in Italia, 104.000 in Piemonte.
Il 1°Maggio 2014 è partito il programma “Garanzia Giovani” proprio per intervenire su questa tipologia di giovani; ma, ad un anno dall'avvio, non si sono visti i risultati sperati. Ad oggi si sta cercando di muoversi per sbloccare un po' la situazione, e anche la GiOC ha deciso di collaborare facendo partire il servizio civile proprio sotto garanzia giovani, dando la possibilità a 4 giovani NEET (Alberto, Maurizio, Matteo e Vito) di intraprendere questa bellissima esperienza di impegno.
Come associazione abbiamo fatto un lungo percorso di riflessione, elaborazione ed ascolto della vita dei giovani. Ci siamo resi conto che, al giorno d'oggi, il fenomeno dei NEET è sempre più presente.
A partire da queste riflessioni, ci siamo chiesti: “Possiamo fare qualcosa? Se si, che cosa?”.
La nostra risposta è la “campagna d'azione”, ovvero una ricerca-azione che ci permette di incontrare ed aggregare i giovani, stimolare la riflessione e individuare piste d'azione.
Abbiamo deciso di battezzare questo 1°Maggio “Ricercati Speciali” perchè spesso questi giovani tengono un profilo basso, perchè si vergognano della loro situazione, alcuni non si interessano alla loro condizione...e, di conseguenza, a volte non riusciamo a vederli anche se sono molto vicino a noi, in tutti i nostri ambienti di vita quotidiana (negli oratori, ai giardini, nelle piazze, nei pub, ecc...)
Non è difficile che alcuni di questi NEET siano dei giovani già all'interno dei nostri percorsi associativi. È anche per questo che è un tema che ci sta particolarmente a cuore.
L'azione concreta che abbiamo pensato e strutturato è un percorso di accompagnamento personale, in cui ognuno di noi militante si prende a cuore un giovane NEET per aiutarlo a sbloccare la sua situazione, ritrovare gli stimoli e cercare di dare una svolta alla loro vita, dando una svolta anche alla nostra. Non possiamo pensare di mettere in discussione qualcuno se prima non mettiamo in discussione noi stessi.
Il fatto di voler “aiutare” questi giovani non significa che sono dei soggetti problematici o con qualche tipo di disagio; semplicemente il nostro obiettivo è quello di stargli vicino, ascoltarli e cercare di fare insieme questo percorso.
Detto tutto questo, quello che chiediamo alle istituzioni è sul quale ci mettiamo in gioco noi per primi è:
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la scuola che formi e che orienti verso il mondo del lavoro: ad oggi questa cosa non c'è. Molti giovani che terminano un percorso di studi fanno difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro. Solo la formazione professionale tiene alta l'attenzione su questo;
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strumenti che funzionino e che siano utili, conosciuti ed efficaci: che diano la possibilità di scoprire e sviluppare i propri talenti;
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sostegno alle associazioni e a tutti i percorsi che sono una palestra di vita e ci permettono di acquisire competenze trasversali e maturare come persone;
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soluzioni non provvisorie ma durature: riuscire a formare delle persone che possano mettersi in gioco nel mondo del lavoro, non solo attraverso competenze professionali ma anche grazie alle competenze trasversali che si acquiscono nel quotidiano;
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che le parti sociali si mettiano insieme per la creazione di nuovi posti di lavoro, per cercare di dare una svolta e cambiare la situazione.
Oggi pomeriggio noi della GiOC ci ritroveremo al Valentino per stare insieme, e saranno presenti anche degli stand informativi su quello che stiamo facendo e quello che abbiamo intenzione di fare. Siete tutti invitati a venirci a trovare.
Concludo ringraziando tutti quelli qui presenti e tutti quelli che decideranno di tenere conto di quanto abbiamo voluto dire qui, oggi, su questo palco.
La voglia di fare è tanta ma le nostre sole forze non bastano. Da soli possiamo fare tanto, insieme possiamo fare molto di più.
Buon Primo Maggio a tutti!